Perché è difficile fare il biglietto unico Foppolo-Carona?
Riteniamo sia utile fornire maggiore informazione e trasparenza su questa questione che interessa il pubblico e gli operatori, cosa che si può fare facilmente senza rischio di equivoci o smentite perché tutto il dialogo a proposito è in forma scritta (salvo una videoconferenza alla presenza dei Sindaci e della Comunità Montana).
Il nodo rimasto, dopo che sembrava tutto dipendesse da altre questioni, è la ripartizione degli incassi tra gli impianti (ovvero: a fronte della vendita di un biglietto di accesso all’intero comprensorio quanto va a IV Baita e Montebello gestiti da Sacif e Belmont Foppolo e quanto va a Valgussera, Conca Nevosa e Alpe Soliva gestiti da Sviluppo Monte Poieto).
Il consorzio S+BF sostiene che, se si vuole migliorare rispetto alla soluzione forfettaria stabilita nel 2017-18, si debba utilizzare un metodo simile a quelli utilizzati nel resto delle Alpi, dove in effetti si adotta una logica abbastanza ovvia: il cliente entra nel comprensorio da dove gli fa comodo, va sulle piste e impianti che gli piacciono e i soldi che paga vanno a finire esattamente sugli impianti che usa, in proporzione ai passaggi registrati ai tornelli. Ci sono algoritmi per pesare i passaggi che hanno più valore di altri (es un peso per la lunghezza degli impianti, un peso per gli impianti di ingresso), è già tutto studiato e risolto da persone ben più esperte dei gestori di Foppolo e Carona.
L’altro approccio è utilizzare una ripartizione a forfeit, fissata a priori dal risultato di un “braccio di ferro” tra i gestori. Si parla di braccio di ferro perché ciascuno dei due gestori può dire: “ho il potere di creare un danno a entrambi se non ottengo quello che voglio”. Attenzione: è tutto legittimo e razionale, un operatore economico può benissimo ragionare in questo modo.
Ma quali sono le conseguenze di lasciare spazio a questo principio?
Secondo noi si crea un pessimo precedente per la programmazione futura, perché si legittima chiunque abbia un pezzettino dell’ingranaggio a negoziare duro fino all’ultimo, non essendoci regole stabilite a cui attenersi. Si perpetua l’idea che Foppolo-Carona è il luogo delle eccezioni, dove non vale quello che è normale nel resto del mondo, dove si adottano criteri e soluzioni straordinarie tagliate su misura per gli attori e i problemi del momento, sempre all’ultimo minuto e sempre sotto la minaccia “altrimenti non si apre”.
Sia chiaro: noi non siamo contrari ad un approccio super-liberista, anzi. Se oggi si stabilisce che, nella gestione di impianti e piste da sci a Foppolo-Carona, vale il principio che ogni privato è libero di fare quello che vuole con i propri beni, non c’è alcun obbligo di metterli in rete o di adottare standard di collaborazione e di offerta, se si stabilisce che nessuno può intervenire o condizionare la negoziazione tra privati, anche a scapito di una riduzione del servizio, noi accettiamo e sottoscriviamo subito. Purché questo cambiamento, rivoluzionario rispetto al passato, valga anche in futuro e valga per qualsiasi privato e qualsiasi bene.
Le nostre analisi e valutazioni le abbiamo esposte per esteso, qui allegato trovate il dibattito che c’è stato, parola per parola – o meglio la mancanza di dibattito.
Altra storia è chiedersi: come si è potuti arrivare a discutere di questo a fine Dicembre? Questo può essere l’argomento di una prossima puntata, molto più avvincente perché i colpi di scena e i cambiamenti di rotta sono stati molto più frequenti e funambolici di quanto si è letto sulla stampa.
Una cosa ci teniamo a chiarire. Qualcuno dice che in questa trattativa Devil Peak “ha ostacolato la Poieto sui terreni”, oppure “ha chiesto una percentuale assurda”, oppure “non permette il transito della Poieto”. Chi dice questo è un cialtrone, che mente sapendo di mentire. Lo diciamo senza esitazioni, lo dimostriamo a chiunque e ovunque. Se avete sentito una falsità di questo tipo da un rappresentante pubblico la cosa è parecchio triste, gli amministratori sono i primi che dovrebbero informarsi da fonti certe e fare chiarezza, non caciara. Il 100% di quello che Devil Peak ha detto o fatto è per scritto, via email. Quindi non esistono interpretazioni o ambiguità. Esistono solo furbetti che sperano di mettere in giro voci false senza venir beccati.